Parte I: ESPORT – UNA PASSIONE SENZA TUTELE

Gli eSport ad oggi sono una realtà che sta prendendo sempre più piede nel mondo, ne sentiamo quotidianamente parlare alla tv e ne leggiamo le notizie nei principali quotidiani sportivi nazionali.

Ma cosa sono?

Sono sport in cui gli atleti competono l’uno contro l’altro attraverso l’utilizzo di una console o di un pc.

Tizio, che controlla il Team A, sfida Caio, che controlla il Team B, in una vera e propria arena circondati dal tifo di migliaia di persone che guardano la partita attraverso megaschermi installanti in tutto il palazzetto.

Insomma, gli sport elettronici non hanno nulla da invidiare agli sport tradizionali; non solo ci sono atleti (c.d. pro-player) e squadre che competono 1 contro 1, ma, come nel caso del calcio, lo fanno in un vero e proprio campionato nazionale appositamente organizzato dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A (“LNPA”) in due diverse forme in base al gioco utilizzato: il Campionato FIFA 20 eSerie A TIM e il Campionato eFootball PES 2020 eSerie A TIM – quest’anno entrambi alla loro prima edizione.

Eppure manca ancora un tassello fondamentale per rendere questo sport una realtà completa: una normativa dedicata.

Come vengono tutelati i giocatori, i club e ogni sportivo che pratica tale disciplina? Esiste una normativa ad hoc oppure no?

LA FRANCIA: UN AGO NEL PAGLIAIO DELLE TUTELE IN MATERIA DI ESPORT

Purtroppo, ad oggi, solo la Francia ha mosso i primi passi in tal senso, emanando due decreti.

Il decreto n. 871 che tutela i giovani giocatori principalmente in due modi:

  1. Vietando la partecipazione ad eventi a premi ai minori di 12 anni;
  2. Istituendo un fondo di risparmio grazie al quale il minore potrà godere delle vincite ottenute durante i vari tornei solamente al compimento del 18esimo anno di età.

Il decreto n. 872, invece, tutela lo status giuridico del c.d. pro-player, ossia dell’atleta-giocatore.

In particolare, il testo definisce le condizioni che le organizzazioni devono rispettare per poter ingaggiare i giocatori.

A tal fine, le organizzazioni e le associazioni dilettantistiche devono esser autorizzate dal Ministro per gli affari digitali. È un’autorità governativa, quindi, che si assume il compito di vigilare sull’idoneità fisica e mentale dell’atleta.

È chiaro, quindi, che l’obiettivo comune ad entrambi i decreti sia quello di tener sotto controllo le condizioni lavorative e non solo dei giovani.

Tutela che, in ogni caso, è garantita altresì dal Codice del Lavoro in quanto alle società francesi è data la possibilità di assumere dipendenti minori di 16 anni una volta ottenuta l’autorizzazione da parte della commissione dei bambini dello spettacolo.

È indubbio, quindi, che la Francia si sia dimostrata all’avanguardia in materia di eSport, con la speranza che anche altri stati, tra cui l’Italia, possano seguirne le orme.